I Territoti Occupati Palestinesi sono geograficamente divisi in due entita': la Cisgiordania e la Striscia di Gaza. La Cisgiordania e' composta da 11 governorati/regioni (Jenin, Tulkarm, Qalqilyah, Nablus, Ramallah, Jerusalem, Jericho, Bethlehem, Hebron, Tubas, and Salfit), mentre la Striscia di Gaza ne ha 5.
Nel momento in cui Israele ha smantellato le sue colonie dalla Striscia, nel settembre 2005, ha poi demolito tutti gli insediamenti rimasti vuoti ed ha fatto evacuare i coloni dalla Striscia; comunque, ha continuato a calpestare l'autorita' locale mantenendo il controllo sul 24% della Striscia come l'area denominata 'Zona di Sicurezza militare' (Security Buffer Zone).
Nell'area della Cisgiordania, il programma di insediamento delle colonie Israeliane e' stato piu' intenso e distruttivo rispetto agli ultimi decenni, e fortificato dalla rete di strade cosiddette 'bypass', fatte cioe' per evitare le strade Palestinesi e collegare le colonie Israeliane tra loro e a Israele; in aggiunta, la confisca delle terre dei Palestinesi, lo sradicamento di tanti alberi da frutta, distruzioni delle proprieta' Palestinesi, demolizione delle case, stabilimento di posti di blocco e costruzione del Muro di segregazione di Israele hanno dato all'esercito ed ai coloni Israeliani il controllo assoluto di una larga fetta del Territorio Palestinese nella Cisgiordania.
Durante l'ultimo ventennio, l'occupazione Israeliana ha incrementato la costruzione delle colonie e la presenza di coloni in tutta la Cisgiordania Occupata, ed in particolare nell'area di Gerusalemme con incentivi ed offerte per questi insediamenti. Di conseguenza, l'area destinata alla costruzione di colonie Israeliane e il numero di abitanti Israeliani nei Territori Occupati Palestinesi sono aumentate copiosamente, considerando come nell'anno 1990 l'area cosi' destinata fosse di 69 km² mentre nel 2008 era di 188 km²; un incremento del 173 %. Questa svolta ha comportato un incremento del 109 % di Israeliani nelle colonie, da 240 000 nell'anno 1990 a oltre 500 000 coloni nell'anno 2008.
In funzione di questo, la densita' di popolazione Palestinese all'interno delle province Cisgiordane e' salita a 8 537 persone per km², in contrapposizione a quella dei coloni Israeliani di 1 025 persone per km²; questo incremento comunque risponde esattamente al cosiddetto 'Gande progetto' Israeliano per le colonie, all'interno dei Territori Occupati.
La giudaizzazione dei Territori della Cisgiordania
Secondo l'accordo 'ad interim' (OSLO II, anno 1995), i Territori Palestinesi sono classificati in tre diverse categorie, a seconda del livello di controllo. L'area 'A', che costituisce il 17.8% del totale della Cisgiordania e' dove l'Autorita' Palestinese ha completa autonomia, in termini di amministrazione e sicurezza.
L'area 'B', che costituisce il 18.2% del totale Cisgiordania e dove i Palestinesi hanno responsabilita' civile e l'esercito Israeliano mantiene il controllo della sicurezza.
Poi l'area 'C', che costituisce il 61% della Cisgiordania, in cui Israele detiene il controllo amministrativo del territorio, come anche la sicurezza, mentre l'Autorita' Palestinese puo' soltanto fornire servizi amministrativi ai residenti. Il restante 3% di terra e' Riserva Naturale e, secondo l'Accordo di Oslo, dovrebbe essere sotto il controllo Palestinese; in realta' i fatti parlano chiaramente di una situazione opposta.
Secondo l'Accordo di Oslo, Israele sta gradualmente procedendo ad un ritiro a fasi e ad una riclassificazione dell'aree B in area A e della gran parte dell'area definita C in area A, per permettere che rientrino sotto il controllo Palestinese entro l'anno 1999, tranne per quelle zone contese da status di occupazione permanenti come Gerusalemme Est, le colonie, oltre ai luoghi d'origine dei rifugiati, le frontiere e le risorse idriche. Ad ogni modo, Israele non ha continuato con questo ritiro, bensi' deciso di fermare il trasferimento di terre e congelare l'implementazione degli accordi presi. Anzi, Israele decise unilateralmente come ridefinire gli accordi per portare a termine quelli che, sul campo, gia' erano stati avanzati come progetti di costruzione delle colonie, di controllo delle risorse naturali e di creazione di un Muro di Segregazione.
Israele e' cosi riuscito ad imporre la presenza illegale delle colonie nei Territori della Cisgiordania, in particolare in quelle regioni dove il governo ha interessi strategici.
Secondo un'analisi condotta dall'Istituto di Ricerca Applicata (ARIJ), l'area destinata alla costruzione di colonie Israeliane in 5 delle 11 regioni Palestinesi e' superiore a quella destinata ai Palestinesi. Le regioni sono quelle di: Gerusalemme, Jericho e la Valle del Giordano, Qalqilyah, Salfit e Tubas. Inoltre, gia dal 1991, Israele aveva esposto un piano che identificasse ogni singola colonia dei Territori Occupati, e che nella realta' supera le attualmente esistenti aree di costruzione previste per le colonie stesse; in quel caso le aree rese note, destinate alla costruzione di colonie, superavano l'area destinata ai Palestinesi per edificare, in ben 8 delle 11 regioni. Si aggiungono cioe' Nablus, Betlemme e Ramallah. Vedi tavola 1 & Mappa 1.
Tavola 1: Area destinata a colonie Israeliane VS Area edificabile per Palestinesi nelle regioni della Cisgiordania. |
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Regioni |
(²km) Area Regioni |
Area (km²) edificabile Palestinese |
ِِArea destinata a colonie Israeliane (km²) |
Area del 'Grande Progetto' Colonie Israeliane (Km²) |
Jenin |
573 | 27.872 | 3.959 | 22.766 |
Tubas |
366 | 5.17 | 7.518 | 12.532 |
Nablus |
614 | 25.438 | 16.248 | 25.709 |
Tulkarem |
245 | 19.101 | 3.619 | 5.15 |
Qalqilyah |
174 | 8.466 | 11.77 | 25.39 |
Salfit |
202 | 8.719 | 18.147 | 37.959 |
Jericho |
609 | 7.99 | 23.425 | 77.305 |
Ramallah |
849 | 47.85 | 31.268 | 61.233 |
Gerusalemme |
354 | 35.646 | 40.011 | 118.72 |
Betlemme |
608 | 25.37 | 18.158 | 40.697 |
Hebron |
1068 | 83.224 | 14.142 | 58.802 |
Totale |
5661 | 294.846 |
188.266 |
486.262 |
Fonte: ARIJ Dipartimenti GIS – 2009
La Corte Internazionale di Giustizia e la costruzione del Muro di Segregazione Israeliano
Il 'Parere non Vincolante', emesso dalla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) il 9 Luglio 2004, riguardo la costruzione del Muro di Segregazione Israeliano nei Territori Occupati Palestinesi invia un chiaro messaggio di disapprovazione e di rifiuto ad accettare quanto Israele sta facendo nei Territori. Dichiara, inoltre, illegale l'atto del governo Israeliano, del tutto illeciti i tentativi di imporsi nei Territori Palestinesi ed in palese ed oltraggiosa violazione del diritto umanitario internazionale. La Corte Internazionale di Giustizia sottolinea, inoltre, la necessita' per Israele di porre fine alla costruzione di ogni opera o barriera legata al Muro di Segregazione.
Infatti, la ICJ e' andata ben oltre dal considerare tutte le attivita' Israeliane nei Territori Occupati, dalla costruzione o espansione delle colonie, allo stabilimento di avamposti, tutto cio' e' illegale ed in palese contraddizione con il diritto internazionale.
Si richiama a Israele per abbattere il Muro e apportare le dovute riparazioni per tutti i danni causati da quell'ampio numero di costruzioni insediate nel corso di questi anni. Cio' nonostante, Israele ha scelto di ignorare le opinioni della Corte di Giustizia riguardo queste tematiche, oltre che i richiami da parte della Communita' Internazionale, ed ha sempre continuato nella costruzione del Muro. Negli ultimi anni, Israele ha inoltre:
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esteso la lunghezza del Muro dai 645 Km del 2004 ai 770 Km nel 2007; un aumento di 125 Km (20%)
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implementato le aree isolate dietro al Muro di Segregazione, dai 633 Km² nel 2004 at 733 Km² nel 2007; un aumento di 100 Km² (16%)
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sradicato oltre 650 000 alberi da frutta di Palestinesi
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aumentato il numero dei posti di blocco Israeliani nella Cisgiordania, da 383 nel 2004 a 742 nel 2009
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offerto agevolazioni nei pagamenti e nei piani edilizi di costruzione di nuove unita' abitative nelle colonie Israeliane in Cisgiordania, superando le 200 000 unita', il che si traduce in oltre 2.5 milioni di m² di edificabilita'
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demolito piu' di 1000 abitazioni di Palestinesi nella Cisgiordania, in particolare nella Gerusalemme Est Occupata, ed emesso ordini di demolizione case per centinaia di residenze Palestinesi
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continuato ad agevolare lo sviluppo di 17 colonie illegali Israeliane, avamposti, ed interi quartieri in Gerusalemme Est
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incrementato il numero di avamposti Israeliani in Cisgiordania, dagli 86 del 2004 ai 232 nell'anno 2009.
In teoria, il Muro di Segregazione una volta completato isolera' approssimativamente il 13% dell'area Cisgiordana occupata, includendo anche la citta' di Gerusalemme e il bacino dei siti sacri, e provochera' la caduta di queste aree sotto il pieno controllo Israeliano, come Israele stesso ed alcune personalita' pubbliche hanno dichiarato nell'indicare il tracciato del Muro di Segregazione come il confine orientale del proprio stato.
Inoltre, Israele si irrigidisce quando si tratta di riconoscere come le aree classificate come 'C' andrebbero restituite ai Palestinesi quali legittimi proprietari delle terre.
Sembra quasi che il governo Israeliano stia andando avanti con i suoi piani per 'giudaizzare' i Territori Occupati Palestinesi, non solo la citta' di Gerusalemme, visto con quale insistenza e vigore cerchi di agire sugli aspetti demografico e geografico dell'area occupata. Per questo, diverse zone di terra hanno avuto in questi ultimi anni ordini militari a proprio carico, che dichiarano proprieta' private e pubbliche Palestinesi come 'Terre di Stato' Israeliano, in particolare le aree classificate come 'C', prevenendone cosi' qualunque cessione successiva che possa emergere da futuri negoziati con i Palestinesi in merito a queste aree, e garantendone un loro uso indisturbato per progetti coloniali, specialmente in Gerusalemme Est.
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[1] Nella dichiarazione sui principi dell'Autorita' di auto governo (Accordo I di Oslo, 1993), la tematica ambientale non ha avuto molta attenzione. Ci si e' accordati sul fatto che per permettere al Consiglio di promuovere la crescita economica, fino alla sua inaugurazione, il Consiglio stabilira' anche l'Autorita' Palestinese per l'Ambiente, l'Autorita' Palestinese per la Terra, un'Autorita' Palestinese per l'Amministrazione delle Acque, e ogni qualunque altra Autorita' inerente si renda necessaria, in accordo con l'Accordo 'ad interim' che delineera' poteri e responsabilita' (Articolo VII dell'Accordo Interim, Clausola 4). In allegato: Protocollo del ritiro delle truppe militari Israeliane dalla Striscia di Gaza e area di Jericho. Le due parti sono d'accordo nello stabilire un Comitato Israelo-Palestinese per la Cooperazione Economica, focalizzato tra le altre cose sul prossimo Piano di Protezione Ambientale, che si aggira tra le misure di unione e/o coordinamento (articolo 10).
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·Nell'Accordo II Interim di Oslo (1999), annex III, Protocollo concernente Affari Civili, Articolo IV – Disposizioni Speciali riguardo Area C, diversi articoli trattano nello specifico il trasferimento di poteri e responsabilita' dal governo militare Israeliano e la sua Amministrazione Civile al Consiglio Palestinese sotto la sfera delle riserve naturali (articolo 25), dei parchi (art. 26), siti archeologici (art 2), foreste (art. 14) e protezione ambientale (12).
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Nel memorandum Wye Rive del 23 Ottobre, 1998, articolo 1, clausola 1, si dice che i Palestinesi informano di voler allocare aree per circa il 3%, del 12% trasferito da Area C ad area B, ad Aree Verdi e/o Riserve Naturali. La controparte Palestinese ha inoltre reso noto che agiranno secondo gli standards scientifici stabiliti, e che in seguito non vi saranno cambiamenti nello status di suddette aree, senza pregiudizi nei confronti dei diritti di coloro che gia abitavano queste zone inclusi i Beduini; sebbene questi standards non permettano qui alcun tipo di costruzione, strade ed edifici da prima esistenti potranno essere mantenuti. La parte Israeliana manterra' in queste Aree Verdi/Riserve Naturali l'attuale responsabilita' della sicurezza, allo scopo di proteggere gli Israeliani e far fronte alla minaccia del terrorismo. Attivita' e movimenti da parte delle Forze di Polizia Palestinesi potranno essere effettutate previo coordinamento e conferma da parte della controparte Israeliana che si incarichera' di risponderne rapidamente.
Prepared by:
The Applied Research Institute – Jerusalem